SINTI E ROM NEWS

SINTI E ROM NEWS

martedì 27 dicembre 2011

Associazione Sinti Italiaa Augura e un felice 2012


L’Associazione Sinti Italiani in viaggio per il diritto, e la coltura,
vi augura e un felice, prospero
"anno nuovo " un buon 2012





Federazione Nazionale Rom e Sinti Insieme

Vice, Presidente, 

Presidente Sinti Italiani inviaggio per il diritto e la coltura
 Davide Casadio

la Federazione Nazionale
 Rom e Sinti Insieme

mercoledì 21 dicembre 2011

Bologna ricorda i nomadi assassinati in via Gobetti

Bologna per ricordare i Sinti uccisi dalla “Uno bianca”

Bologna 22 dicembre 2012 | 19:00. Una cerimonia di dialogo e preghiera in ricordo dei nomadi assassinati nel campo di via Gobetti, dove la mattina del 23 novembre 1990 furono uccisi, dalla banda della "Uno bianca", Patrizia Della Santina e Rodolfo Bellinati. L’iniziativa, che si terrà mercoledì 23 dicembre, ore 15, in via della Beverara 123, nella sala Auditorium del Museo della

Munumento Via Gobettti,  Patrizia Della Santina e Rodolfo Bellinati

Ma Voi dite che ricordare per non dimenticare ! i "Sinti uccisi"

Civiltà industriale, è promossa dall’Anpi e dal Comitato antifascista del Navile con il patrocinio del quartiere Navile, in collaborazione con le parrocchie cattoliche della Beverara, dell’Arcoveggio e della chiesa Evangelica Mez (Missione evangelica zigana) di Bologna. Al ricordo interverrà la comunità nomade di Bologna, i Sinti italiani del campo di via Erbosa (parenti delle vittime), alcune associazioni di rappresentanza nomade e la cittadinanza che non vuole dimenticare l’orrore provocato dalle stragi della "Uno bianca". La cerimonia verrà introdotta da Leonardo Barcelò, consigliere comunale di Bologna. Ad un momento di raccoglimento e preghiera con monsignor Giovanni Catti, don Nildo Pirani, don Luciano Galliani, Associazione "Sinti Italiani" - Federazione Rom e Sinti Insieme. I ministri di culto Luigi Chiesi e Davide Casadio, della Chiesa Evangelica Mez  di Bologna;  seguiranno dei brevi interventi di dialogo per agevolare la conoscenza fra i presenti. Al termine della cerimonia verrà deposta una corona di alloro al cippo che ricorda le due vittime.

 wikipedia.org Banda_della_Uno_bianca

22/12/2011  Ore 19:00

sabato 17 dicembre 2011

ROM: RICCARDI IN VISITA A TORINO, I CAMPI NOMADI SONO DA SUPERARE

''Non vorremmo che a causa della crisi si sviluppassero tensioni - dice il ministro - e che queste venissero scaricate sui piu' deboli e i piu' fragili''.      www.asca.it

www.asca.it/news-ROM

«Mai nemmeno pensato a un campo nomadi. È un'enorme falsità»

A Cavaion è polemica sul campo nomadi

CAVAION. I militanti de «La Destra» e «Progetto Paese» sostengono che l'amministrazione leghista intende crearlo  17/12/2011

Cavaion. Località Camporeggio, per tutti da queste parti «Camporengo», una piana divisa tra i Comuni di Cavaion e Rivoli, dai distributori di benzina alle imprese del marmo: la zona oggi è industriale e i nomi delle vie sono classici, da viale dell'Industria o del Lavoro a via Galilei o Fermi. Vie perfette anche per un campo nomadi?
I militanti de «La Destra» non sono andati per il sottile e hanno distribuito un volantino al mercato settimanale in cui, a firma del portavoce cavaionese Gian Paolo Turrina, sostengono che il campo rom è più di un'intenzione dell'amministrazione leghista guidata dal sindaco Lorenzo Sartori. Poi ci sono consiglieri comunali di minoranza di «Progetto Paese» che parlano di «procedure avviate e scarsa trasparenza».
Ma il primo cittadino nega ogni accusa: «Mai nemmeno pensato a un campo nomadi. È un'enorme falsità». Vero è soltanto, secondo Sartori, che lì, tra capannoni e lotti ancora liberi, in un parcheggio di proprietà comunale, non possono più vivere nei caravan una ventina di giostrai, divisi in alcune famiglie. Sono qui da 10 anni, l'insediamento è ormai semi stanziale. Alcuni lavorano durante feste e sagre, altri sono venditori ambulanti; i bambini vanno a scuola a Cavaion e frequentano la parrocchia.
«Lavoriamo come tutti e non facciamo niente di male», afferma Ferdinando Morandi, bergamasco, 61 anni, padre e nonno. D'estate insieme ai familiari trasloca con le roulotte, per tre mesi almeno; il resto dell'anno lo passa qui. Alcuni conoscenti gli hanno fatto notare il volantino distribuito al mercato.
«Perché offendere la nostra dignità e calunniare il sindaco?», domanda. Gli dispiace per i nipoti più piccoli: «Ci sono rimasti male più di tutti». Precisa che pagano di tasca loro luce, acqua e rifiuti, cioè che non vivono sulle tasche del Comune. «Nessun allaccio abusivo, abbiamo i nostri contatori e non abbiamo mai chiesto nulla a nessuno», prosegue Morandi, consapevole di doversi spostare con tutti i familiari. «Siamo pronti a collaborare e lo abbiamo sempre detto al sindaco». Lui ci fa conto, del resto: «L'obiettivo», spiega Sartori, «è trovare un'altra sistemazione per loro, non certo quello di creare un campo nomadi».
Carta parla, però, per i tre rappresentanti di «Progetto Paese». «È bene dire le cose come stanno, il Comune ha fatto richiesta nel 2009 alla Prefettura per un campo nomadi», afferma Sabrina Tramonte. «Basta con le bugie, ci creano solo guai». La incalzano i colleghi Corrado Mancini e Roberto Righetti. «Il sindaco sia più trasparente con i cittadini», afferma Mancini, «e dica che c'è dell'altro oltre alla sistemazione per le famiglie di giostrai. C'è infatti una richiesta di finanziamento di 250mila euro per attrezzare un'area da destinare a campo nomade, con impianti fognari, rete idrica ed elettrica, servizi igienici. Il Commissario delegato all'emergenza nomadi nel Veneto ha pure individuato, di recente, il tecnico comunale di riferimento per tutta la procedura».
Ma Sartori non ci sta: «Nel 2009 c'era l'emergenza nomadi e quella domanda era legata alla situazione. Nulla però da allora è stato definito: non ci sono né soldi né progetti. Al momento stiamo cercando una soluzione per chi c'è, non per far venire altri nomadi a Cavaion». A preoccupare i tre rappresentanti di «Progetto Paese», però, è che la pratica prefettizia avviata travalichi ormai il Comune e vada avanti per binari indipendenti dalle volontà dell'amministrazione.
«La sistemazione dei giostrai va affrontata e risolta», spiega Righetti, «ma chiederemo al consiglio comunale un pronunciamento d'urgenza per ritirarla». Un modo infallibile, dicono, per fugare ogni dubbio sulle intenzioni ed evitare sorprese. Non ce ne saranno, promette il sindaco: «Vogliamo risolvere un problema e non crearne altri».  Camilla Madinelli         www.larena.it

(circa 300 mila euro), a detta dei Sinti, non spesi dal Comune per la sistemazione del campo, di Piacenza

Reggi "Sinti in piazza? Prima paghino i debiti"

Pubblicato: martedì 13 dicembre 2011 - 13:33

Piacenza - “I Sinti devono imparare a pagare i debiti”. È perentorio il sindaco di Piacenza Roberto Reggi sulla scesa in piazza dei nomadi della scorsa settimana. Reggi fa riferimento alle bollette dell’acqua insolute, giustificate dai Sinti come forma di protesta per la presenza, nel campo di via Torre della Razza, di una fogna a cielo aperto. Grave disagio negato dall’assessore ai Servizi Sociali Giovanna Palladini e a cui invece il primo cittadino promette che l’amministrazione porrà presto rimedio.
Sui fondi europei (circa 300 mila euro), a detta dei Sinti, non spesi dal Comune per la sistemazione del campo, Reggi taglia corto “Devono cogliere gli aiuti e i sostegni che hanno, e sono tanti, poi devono imparare a pagare le spese come tutti gli altri. Se vogliono distrarre l’attenzione da quello che è il problema vero, cioè che non pagano, quella è un’altra questione e la tecnica l’abbiamo capita tutti”.
Il primo cittadino ha poi annunciato che l’amministrazione sta elaborando un progetto per installare un pannello fotovoltaico all’interno del campo per ridurre al minimo le spese, in vista dell’installazione delle centraline Enel.       www.piacenza24.eu

Riccardi per combattere il razzismo.

La ricetta del ministro: "Case e stabilità ai rom e ai sinti"

Riccardi per combattere il razzismo suggerisce la stabilizzazione di quello che definisce "un popolo giovane"

"Credo che si debba lavorare alla stabilizzazione di rome e sinti?

Ministro Andrea Riccardi


Comento : "Sinti Italiani"
Ma! Noi sinti Italiani desideriamo rimanere nei nostri.
Terreni Privati o Micro Arie?   Grazie!
 La ricetta del ministro Andrea Riccardi? "Case e satbilità ai rom". Il titolare del dicastero della Cooperazione internazionale e l'integrazione spiega, intervistato da La Stampa, che i morti di Firenze e il raid di Torino "sono un campanello d'allarme. Non possiamo liquidare questi avvenimenti a fatti passeggeri. Sono un rischio per l'integrazione e la tenuta del nostro Paese". E così, per favorire l'integrazione, suggerisce "nuove forme di accoglienza, garantendo almeno i requisiti ingentico-sanitari fondamentali". Quindi Ricciardi entra nel dettaglio del suo progetto: "Credo che si debba lavorare alla stabilizzazione di rome e sinti nelle acse, perché la vita in una casa favorisce l'integrazione e il superamento della provvisorietà. Sono un popolo giovane - chiosa -. Investiamo sui loro figli, sulla scolarizzazione.
Sulla cittadinanza - La ricetta di Riccardi deriva dal fatto che i grandi campi nomadi "sono strutture fatiscenti, in cui vivono anche donne e bambini, non sono più sostenibili per ragioni di accoglienza e di sicurezza. L'Italia - spiega - è un Paese vicile, deve superarle, anche se non è semplice". Poi il ministro spiega anche la sua posizione sulla cittadinanza agli immigrati, un tema su cui anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è detto favorevole: "E' lì che si manifesta la debolezza del nostro sistema - spiega Riccardi -. I bambini nati in Italia da genitori stranieri che vivono qui da anni che cosa sono se non italiani? Possiamo non conisderarli tali quando parlano un italiano a volte migliore di certi coetanei?".

mercoledì 14 dicembre 2011

Annamaria Cancellieri : «Non si fa giustizia da soli»

Non si fa giustizia da soli. E, nel caso dell'assalto al campo rom di Torino, è una ‘ingiustizia fatta da soli'». Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri a seguito della spedizione punitiva avvenuta il 10 dicembre contro un campo rom nel quartiere Vallette a Torino.


«Nulla, neppure la rabbia, l'emarginazione, i pregiudizi, possono giustificare episodi come quello che è successo sabato sera alle Vallette, ha precisato il ministro, a nessuno deve passare per la testa che i problemi si risolvono con la violenza. Meno che mai con la violenza nei confronti del ‘diverso’, dello ‘straniero’».

Torino è la città che, da sempre, ha dato esempio concreto di convivenza civile, e «che non si identifica in quel manipolo che ha incendiato la casa dei rom, ha proseguito il titolare del Viminale. Per questo, condannando l'episodio di sabato sera, si condanna ogni azione violenta, giustizialista, razzista in qualsiasi parte del Paese».

«Non può, non deve e non faremo passare l'idea che c'è qualcuno, o qualche gruppo, che sta al di sopra di altri, ha concluso Cancellieri, che la violenza sia la strada per scaricare tensioni sociali, stati di disagio, arretratezza culturale. Con la presenza dello Stato, con l'educazione, con la cultura, con la solidarietà, dobbiamo cancellare il concetto stesso di ‘spedizioni punitive’, espressione che deve restare relegata ai libri di storia».

12.12.2011


www.interno.it.mininterno

martedì 13 dicembre 2011

Due “zingari” mi hanno violentata. Di Pino Petruzzelli | 13 dicembre 2011

 Federazione Rom e Sinti Insieme  

Due “zingari” mi hanno violentata
Un centinaio di giovani, armati di spranghe, bastoni e bombe carta, hanno dato l’assalto al campo abusivo abitato da rom a Torino. Lo hanno fatto per vendicare una ragazza stuprata da due “zingari”. La ragazza, però, ha mentito: nessuno zingaro l’ha violentata.

Non mi interessa sapere il motivo per cui la ragazza ha dichiarato il falso, a questo penserà la magistratura. Ciò che mi pare preoccupante è constatare, che la prima persona ad essere venuta in mente alla sedicenne è stata uno “zingaro”. All’epoca del delitto di Novi erano gli albanesi i primi a cui si pensava in caso di violenza, oggi, invece, sono gli “zingari”. Ma, a ben conoscere la storia del popolo rom, lo “zingaro” è stato da sempre uno splendido e indifeso capro espiatorio. Più di ogni altra etnia, lo “zingaro” mette d’accordo tutti: compatta l’opinione pubblica. Non c’è bisogno di dimostrare niente: lo zingaro è responsabile sulla fiducia. A prescindere.

Mi viene da pensare a quante campagne elettorali si sono vinte agitando al primo punto del proprio programma elettorale la “risoluzione del problema zingari”. E’ risaputo che affrontare problemi quali la scuola o la salute o il lavoro per vincere le elezioni, non è conveniente. E allora, quando siamo a corto di idee, va bene agitare lo spettro degli zingari. In questo modo ognuno può sentirsi parte attiva perché tutti abbiamo a portata di mano la soluzione giusta al “problema zingari”. Teorie più o meno strampalate da spiegare e sventolare in faccia a quei “buonisti” degli studiosi o dei docenti universitari o dei volontari dell’Arci o di Sant’Egidio o della Caritas o di altre associazioni.

Gli zingari sono meravigliosi perché permettono a tutti di non sentirsi, almeno una volta nella vita, l’ultima ruota del carro. E così a Torino un gruppo di persone si sono sentite nel giusto organizzando un pogrom per eliminare “il problema zingari”.

Ma “il problema zingari” si risolve solo affrontando “il problema che hanno i rom”. Diventa perciò importante l’azione che svolge la Federazione Rom e Sinti Insieme nel cercare il dialogo con il governo, ponendo all’ordine del giorno il diritto a beneficiare di diritti. In Italia, i rom e i sinti non sono nemmeno considerati una minoranza linguistica al pari di quella occitana piemontese o catalana di Alghero. In molti campi nomadi si vive con tre bagni per trecento persone e se si prova a costruirne uno, si è accusati, come fece in mia presenza un consigliere comunale di Udine, di abuso edilizio. A Ponticelli i rom vivono in baracche con tetti di eternit e senza acqua né corrente elettrica. In diversi comuni è una rete metallica a separare i campi nomadi ufficiali dalle discariche. Potrei andare avanti chissà quanto.

Solo riconoscendo dei diritti è possibile chiedere il rispetto delle regole.

Per anni ho studiato e toccato con mano i problemi in cui si dibattono quotidianamente i rom e così mi sembra utile offrire punti di vista controcorrente. Non mi interessa evangelizzare nessuno, voglio solo provare a riflettere su fatti e dati ufficiali. Per questo riporto di seguito alcune notizie che ad alcuni possono essere sfuggite:

- Giancarlo Gentilini, esponente di primo piano della Lega, incita la folla vantandosi di aver bruciato due campi nomadi.

- A Pesaro una ragazza rom incinta è presa a calci in un bar nell’indifferenza generale.

- A Brescia una dottoressa rifiuta di curare una ragazza di etnia rom: «Non ti curo. Voi rom mi fate schifo».

- A Bussolengo, in provincia di Verona, tre famiglie italiane di etnia rom sono sequestrate, picchiate e torturate dai carabinieri.

- Nei confronti degli zingari esponenti del governo Berlusconi invocano la «tolleranza zero».

- Il sindaco di Verona Flavio Tosi è condannato in via definitiva a due mesi di carcere per propaganda di idee razziste.

- Il quotidiano britannico The Indipendent accusa l’Italia di comportarsi in maniera «incivile» nei confronti di clandestini e rom.

- Il sindaco di Adro escogita un innovativo metodo per contrastare l’arrivo degli zingari: scavare dei fossati lungo il perimetro del paese rendendolo inaccessibile a roulotte e camper.

- Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, accusa l’Italia di violare i diritti umani.

- I manifesti di Forza Nuova riportano l’immagine di una donna distesa a terra con le gambe allargate e una macchia di sangue sui vestiti laceri. Sul manifesto si legge: “Se capitasse a tua madre, tua moglie o tua figlia? Stupratori, immigrati è giunta la vostra ora…. Chiudete i campi nomadi ed espellete i rom subito.”

- “La situazione dei rom e dei sinti in Italia resta fonte di grande preoccupazione. È opportuno porre l’accento non sui provvedimenti coercitivi, come le espulsioni e gli sgomberi forzati, ma piuttosto sull’integrazione sociale e la lotta contro la discriminazione e l’antiziganismo”, ha dichiarato ancora una volta il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg.

- Sei bambini rom su otto nati negli ultimi due anni presentano gravi patologie dalla nascita. Un campo rom costruito sopra un’ex-discarica di rifiuti. C’è un legame tra questi due dati? A questo quesito stanno cercando di dare una risposta i ricercatori di OsservAzione, un’associazione che si prefigge di lottare contro la discriminazione di rom e sinti in Italia. Secondo Lorenzo Monasta, epidemiologo dell’associazione, “in Italia c’è l’abitudine di costruire i campi sopra o vicino a discariche. In Campania i campi rom si trovano nell’area della più grande discarica di rifiuti abusiva d’Europa e anche lì si sono verificate molte nascite con gravi patologie, oltre ad un’alta incidenza di tumori e malattie respiratorie”.

- Matteo Legnani sul quotidiano Libero scrive un editoriale dove si legge: “Gli zingari sono ladri. Parassiti che campano a spese nostre rubando, scippando, truffando”.

- Torregaveta (Na). La foto dei corpi di due ragazzine rom morte annegate nell’indifferenza dei bagnanti, fa il giro del mondo.

- Cerreto Guidi (Fi). Una molotov colpisce e incendia una carovana di rom.

- Pesaro. Un ragazzino rom è picchiato da un commerciante perché chiede l’elemosina.

- Rapporto annuale di Amnesty International 2011. Duro j’accuse nei confronti del nostro Paese: i rom e i sinti continuano a essere discriminati nel loro diritto all’istruzione, all’alloggio, all’assistenza sanitaria, all’occupazione e “alcuni politici e rappresentanti del governo alimentano un clima di intolleranza e xenofobia”. Inoltre, “l’atteggiamento dispregiativo di alcuni politici ha contribuito ad alimentare un clima di intolleranza”. Il rapporto evidenzia come nel corso del 2010 in tutto il Paese sono proseguiti gli sgomberi forzati di rom, che “hanno disgregato le loro comunità, il loro accesso al lavoro e hanno reso impossibile ai bambini la frequenza scolastica”.

- L’europarlamentare ungherese Viktória Mohácsi, dopo un viaggio nel nostro paese, dichiara di non aver mai assistito a violazioni dei diritti umani così gravi come in Italia. Le violazioni si riferiscono al popolo rom e sinti.

lunedì 12 dicembre 2011

La ragazza che ha finto lo stupro in una lettera: l'assalto al campo rom di

La ragazza che ha finto lo stupro in una lettera: "Voglio solo dimenticare". Il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, dopo l'assalto al campo rom di Torino: "Episodio ingiustificabile". Indagini tra i tifosi della Juve.


Una donna Rom
TORINO - "Scusatemi. Ho visto in tv le immagini delle fiamme al campo nomadi e mi sono sentita male". Chiede scusa, in una lettera pubblicata su alcuni quotidiani on line, la giovane di 16 anni che aveva denunciato un falso stupro da parte di due stranieri e che aveva poi causato indirettamente l'incendio di alcune baracche del campo rom nel quartiere delle Vallette a Torino. Indirizza le sue scuse "soprattutto a quei bambini del campo" e "a tutta la gente del quartiere". La ragazza potrebbe essere denunciata per simulazione di reato.
LA VICENDA. La ragazza denuncia di essere stata violentata da due cittadini rom. Parte un corteo di protesta che degenera: vengono date alle fiamme alcune baracche del campo rom abusivo della Continassa. Ma la ragazza poi ritratta: "Mi sono inventata tutto, mi vergognavo della mia prima volta". E' avvenuto a Torino, nel quartiere delle Vallette. Per l'assalto alle strutture abusive sono state arrestate due persone, un giovane di 29 anni e un uomo di 52. L'accusa nei loro confronti è danneggiamento aggravato. La minore sarà denunciata per simulazione di reato, mentre le indagini sul raid incendiario si stanno concentrando sugli ambienti del tifo organizzato, in particolare della Juventus. Secondo quanto accertato dagli investigatori, il volantino  con la scritta "Adesso basta, ripuliamo la Continassa", che ha preannunciato l'attacco, sarebbe stato prodotto da uno dei gruppi di supporter della squadra bianconera.

CANCELLIERI: NULLA PUO' GIUSTIFICARE VIOLENZA. ''Non si fa giustizia da soli''. Così il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri commenta l'assalto nel campo rom, condannando non solo il raid ma ''ogni azione violenta, giustizialista e razzista, in qualsiasi parte del Paese''. ''Non può, non deve e non faremo passare l'idea - prosegue il ministro - che c'è qualcuno, o qualche gruppo, che sta al di sopra degli altri''. 

RICCARDI: INACCETTABILE IN PAESE CIVILE. "Un gesto inaccettabile - ha detto il ministro della Cooperazione internazionale e dell'Integrazione Andrea Riccardi -: i roghi ci riportano a periodi bui della storia europea che mai avremmo voluto che si ripetessero''.  Si tratta, ha detto il ministro, di un ''segnale preoccupante'' figlio di una mentalità ''xenofoba, intollerante e violenta'', che ''non può trovare alcuna giustificazione in un paese civile e democratico come il nostro''.

IL RACCONTO.
La ragazza, residente a Torino, aveva denunciato venerdì sera ai carabinieri di essere stata stuprata da due stranieri. La violenza, aveva raccontato, era avvenuta mercoledì pomeriggio nell'androne di un palazzo. Secondo il racconto della presunta vittima, i due l'avevano avvicinata in strada e l'avevano costretta a seguirli in un caseggiato del quartiere popolare delle Vallette, dove poi era avvenuta la violenza. Poi la ragazza aveva raccontato di essere riuscita a divincolarsi e a raggiungere le case dove il fratello l'ha trovata, senza i jeans e con gli altri abiti strappati. Proprio il fratello ieri aveva detto di aver visto gli stupratori fuggire: "Siamo sicuri che si sia trattato di due zingari romeni che abitano in una cascina qui vicino, io li ho visti mentre fuggivano e ho provato a inseguirli, ma senza successo". "Mia sorella è stata trascinata brutalmente su una montagnola di un parco di corso Molise, vicino a un ponte, e lì è stata violentata", era la sua ricostruzione.

L'AMMISSIONE: "MAI STUPRATA". Dai medici dell'ospedale Sant'Anna di Torino era poi arrivata la conferma che la ragazza aveva avuto avuto un rapporto sessuale. Fin da subito però i militari avevano nutrito dubbi sulla veridicità del racconto della giovane e avevano avviato una serie di verifiche. Poi il colpo di scena, nel tardo pomeriggio di sabato: la ragazza ritratta e davanti ai carabinieri ammette di essersi inventata tutto. Era troppo forte la vergogna, dice, di ammettere davanti a mio fratello, che l'aveva trovata svestita a due passi da casa, che aveva appena avuto la sua prima esperienza sessuale. Con un coetaneo della sua zona. E da lì tutta la finzione: dallo stupro con tutti i particolari, ai due stranieri violenti, alla cicatrice sul viso di uno di loro.

CAMPO ROM A FUOCO. Nel frattempo era però già partita la fiaccolata di protesta organizzata nel quartiere Vallette dai familiari della vittima. E pochi minuti prima che la ragazza ritirasse la denuncia, la manifestazione partita da piazza Montale è degenerata. Alcune decine di manifestanti hanno incendiato baracche e roulotte abusive che si trovano nella zona Continassa, indicata dalla ragazza, dopo aver fatto allontanare i nomadi che si trovavano nel campo. Secondo testimoni, alcuni di quei manifestanti avevano bastoni e hanno minacciato fotografi e operatori televisivi. Il gruppo, raccontano dei testimoni, sarebbe stato avvicinato dal fratello della giovane che l'avrebbe convinto a desistere. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito nei disordini.

FASSINO: "NO A LINCIAGGI". Per il sindaco di Torino, Piero Fassino, "è compito della magistratura accertare cosa sia effettivamente avvenuto" riguardo alla denuncia. "E' assolutamente inaccettabile che si dia luogo a manifestazioni di linciaggio nei confronti di persone estranee ai fatti per la sola ragione che sono cittadini stranieri", ha aggiunto, ricordando che "Torino è una città civile che ha saputo sempre rispettare ogni persona" e che è "dovere della comunità respingere chi vorrebbe precipitare la vita della nostra città nell'intolleranza, nell'odio e nella violenza".
Monday, 12 December 2011

Torino Nell' assalto con mazze e bombe carta anche ultrà della Juventus. Tre persone fermate

Sedicenne denuncia finto stupro La folla incendia un campo rom

Bruciate baracche e una cascina. La ragazza: mi ero inventata tutto


Adesso cosa fa L'ostato per afrontare gli istigatori Razziali! sella prendono sempre con la parte più debole.

MILANO - Tono impertivo e bastoni in mano. «Donne e bambini fuori di qui, subito» hanno ordinato. Erano una quarantina, forse cinquanta, qualcuno giura che fossero molti di più. Tutta gente del quartiere e fra loro tanti ultrà della Juventus. Le Vallette di Torino, ieri sera alle sette e mezzo. Fra i palazzi-dormitorio lontani dal centro va in scena prima la solidarietà poi la spedizione punitiva. È caccia al rom, quale che sia. Perché si dice che sia stato un rom a violentare, due giorni fa, una ragazzina di 16 anni della zona. Così 500-600 persone si ritrovano a metà pomeriggio per le vie delle Vallette a sfilare e a far sentire alla vittima tutta la loro vicinanza. Ma quando il corteo si chiude restano per strada solo quei ragazzi inferociti a caccia, appunto, di un rom qualunque per vendicare la ragazzina stuprata. Che però in quegli stessi minuti sta ritrattando tutto davanti ai carabinieri che la incalzano sui dettagli non credibili della sua prima versione: «Mi sono inventata ogni cosa» cede lei alla fine. «Era la mia prima volta, è arrivato mio fratello, mi sono vergognata e ho inventato la storia». Troppo tardi. Il commando dei «vendicatori» è già all' opera alla cascina Continassa dove vivono un centinaio di nomadi romeni. È una ex casa di caccia del Savoia (oggi appartiene alla Juve che ne ha chiesto lo sgombero) occupata cinque anni fa da famiglie di zingari romeni. Ci sono donne davanti al cancello d' ingresso quando i «vendicatori» arrivano urlando il primo ordine: «Donne e bambini fuori di qui». Ubbidire è obbligatorio. Anche perché un attimo dopo scoppia una prima bomba carta che apre la strada al gruppo. La loro furia sembra incontenibile. Fanno di corsa la viuzza sterrata che porta dove c' è la struttura centrale della cascina, vicino ad alcune baracche. Dall' esterno si sente un nuovo scoppio, poi altri ancora e all' improvviso si vedono le fiamme, sempre più alte, sempre più estese. Tempo un' ora e quasi tutta la Continassa brucia, osservata a distanza da decine di residenti venuti a urlare slogan contro le volanti della polizia o a fermare i mezzi dei vigili del fuoco che al primo tentativo di entrare hanno dovuto retrocedere all' urlo ripetuto di «lasciateli bruciare». Verso le nove di sera sul palco di questo spettacolo senza senso è salito anche il fratello della ragazzina dello stupro. È arrivato insieme ai carabinieri perché si è pensato che forse lui, le sue parole, sarebbero riuscite a placare gli animi dei più facinorosi. Risultato: ha provato a dire qualcosa che nessuno ha ascoltato. La rivolta ormai era cosa fatta. E il solo dettaglio che avrebbe fermato i «giustizieri» della spedizione punitiva era sapere che non c' era più un solo rom nei paraggi. I ragazzi che vivevano nella cascina sono riusciti a scappare dalle uscite laterali mentre il gruppo con i bastoni e le bombe carta avanzava all' interno del cascinale. La rabbia è sbollita quando tutto era ormai avvolto dalle fiamme: era la certezza che almeno per un po' nella Continassa non si sarebbero visti rom. «Andiamo, l' obbiettivo è raggiunto» ha detto uno dei capi-blitz. Tempo mezz' ora e nel quartiere si è diffusa la nuova voce: la ragazza ha raccontato bugie. I rivoltosi delle Vallette hanno provato a disperdersi come hanno potuto ma durante l' assalto c' erano fotografi (minacciati e allontanati) che li hanno immortalati. Alcuni di loro sono facce note ai carabinieri e agli uomini della Digos per la loro militanza tra gli ultrà juventini. Così identificarli è stato un attimo: tre i fermi nella serata e una quindicina di altri nomi sui quali indagare. La ragazzina che ha innescato tutto ciò sarà denunciata per simulazione di reato. Dice di aver avuto un rapporto consenziente in un garage con il fidanzato, un italiano di 23 anni rintracciato e sentito nella notte. Ma secondo gli inquirenti il fratello della sedicenne non racconta bugie quando dice che l' ha trovata per strada con i blu jeans in mano e sanguinante. Perché in quelle condizioni? E poi c' è il dettaglio del ragazzo che lo stesso fratello dice di aver visto fuggire e che non è il fidanzato di lei. Chi allora? Il finale di questa storia sembra ancora da scrivere. Giusi Fasano (ha collaborato Marco Bardesono) RIPRODUZIONE RISERVATA **** Il precedente di Napoli nel 2008
Fasano Giusi, Bardesono Marco
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(11 dicembre 2011) - Corriere della Sera

venerdì 9 dicembre 2011

Piacenza - Manifestazione "Associzione Sinti Italiani" "Tutti Uniti"

Manifestazione dei Sinti domani a Piacenza, le proteste di Lega Nord 
Pubblicato: giovedì 8 dicembre 2011 - 12:58


Piacenza - Manifestazione dei nomadi domani a Piacenza. Un raduno di sinti provenienti da tutto il nord Italia per chiedere il riconoscimento come minoranza etnica e i rispettivi diritti che ne conseguono, come la possibilità di ottenere aree e terreni su cui edificare, la partecipazione alla vita sociale delle città di cui sono ospiti e un miglior inserimento nel sistema sanitario. Lega Nord aveva organizzato una contromanifestazione che però per motivi di tempistiche burocratiche non si farà più. In attesa di possibili nuove iniziative Pietro Pisani segretario provinciale di Lega Nord esprime le motivazioni alla base della protesta. "Sono loro che non vogliono integrarsi, vivono in campi fuori città e non si adeguano alle regole della nostra società, pretendendo di avere diritti e doveri diversi dai cittadini di Piacenza".

Redazione
© Radio Sound Piacenza

Provenienti da tutto il nord Italia La Socizione sinti Italiani

Manifestazione nomadi a Piacenza: "Rivendichiamo i nostri diritti"
Pubblicato: mercoledì 7 dicembre 2011 - 12:49


Piacenza - Sinti provenienti da tutto il nord Italia si concentreranno a Piacenza in Piazza Duomo Venerdì. In tutto si prevede la presenza di 400 nomadi. Obiettivo rivendicare il riconoscimento come minoranza etno-linguistica, come etnia perseguitata dal nazionalsocialismo e quindi da inserirsi nel contesto della giornata della Memoria. Ma anche aspetti più concreti come la possibilità di acquistare terreni su cui costruire edifici veri e propri al posto delle classiche roulotte, l'introduzione della storia dell'etnia sinti nel sistema scolastico e il coinvolgimento dei nuclei sinti nel welfare e nella sanità locale.

Redazione© Radio Sound Piacenza

giovedì 8 dicembre 2011

Nomadi: Morganti (Lega), servono impronte digitali per i minori rom

Firenze, 6 dic. - (Adnkronos) - ''Se le intenzioni del neoministro sono quelle di mandare a scuola i bambini rom, allora adotti la proposta dell'ex ministro Roberto Maroni, cioe' quella di fare una sorta di censimento dei bambini nei campi rom prendendo le impronte digitali. Questo permetterebbe di conoscere quanti sono e dove vivono''. Dopo le parole del ministro alla Cooperazione e integrazione, Andrea Riccardi, che lancia una serie di misure per favorire l'integrazione dei rom, sollecitando una ''strategia nazionale'' e mettendo come priorita' l'istruzione, reagisce l'on. Claudio Morganti, eurodeputato della Lega Nord Toscana.
L'eurodeputato leghista nei giorni scorsi e' stato al centro di una polemica proprio sul caso rom per aver sostenuto in seduta Plenaria a Strasburgo che, quella dei rom, ''e' una cultura in cui il furto e' tollerato''. ''Non sono certo io a dirlo - afferma Morganti - che nelle comunita' rom, come anche fra altri gruppi di zingari, rubare ai non zingari e' ammesso, ma studiosi come l'antropologo Glauco Sanga e il sociologo Marzio Barbagli, e Leonardo Piasere, Dick Zatta e Francesco Remotti''. (segue)
06/12/201

23 dicembre 1990 21° anniversario dell’eccidio di via Gobetti Sinti di Bologna

1990 (la banda della “uno bianca” assaltò il campo nomadi, provocando 2 morti e 9 feriti) i Sinti

Associazione Sinti Italiani di Bologna
Questa riflessione ha portato i Sinti di Bologna, con la loro associazione, alla consapevolezza dei loro diritti. Volendo contribuire al progresso del Paese hanno fondato la “Sercoop” una cooperativa che intende promuovere il lavoro onesto per i Sinti italiani.
In occasione del 21° anniversario dell’eccidio di via Gobetti del 23 dicembre 1990 (la banda della “uno bianca” assaltò il campo nomadi, provocando 2 morti e 9 feriti) i Sinti hanno promosso per la sera del 22 dicembre un raduno nazionale, nel segno della Costituzione, del tricolore e del 150° dell’Unità d’Italia, con questa domanda: “Quali diritti per i Sinti Italiani?”.

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Le notizie contro le comunita sinte e rom in italia nel mondo







la Associazione "Sinti Italia" a lo scopo di denunciare tutti gli atti di "Razzismo" e Propaganda chi viene colpito di discriminazione per chi comette diversita o dei attegiamenti nei coffronti di "Sinti e Rom" informazioni sbagliate possono compromettere la vite! di intere famiglie di già disaggiate e scluse dalle societa stiamo attenti! a come leggete le notizie o come si divulgano possono creare delle bariere e difidenze.



Presidente Ass: Sinti Italiani Davide Casadio