Memors, un museo virtuale per ricordare l’olocausto di Rom e Sinti
Il Porrajmos, l’olocausto di Rom e Sinti, è stato per decenni tenuto sostanzialmente sotto silenzio. A distanza di quasi 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, qualcosa sembra modificarsi. Tra le varie iniziative volte a far emergere la memoria del Porrajmos figura MEMORS, il primo museo virtuale del Porrajmos.
”Porrajmos significa divoramento” – commenta Carlo Berini, dell’associazione Sucar Drom di Mantova – “ed è il termine con cui Rom e Sinti si riferiscono all’immane tragedia dell’olocausto”. L’associazione Sucar Drom ha collaborato con lo storico Luca Bravi nella costruzione del museo virtuale. “La nostra attività di ricerca” – spiega Carlo Berini – “si concentra soprattutto su quanto accaduto nell’Italia fascista. L’internamento vero e proprio nei campi di concentramento inizia nel 1940, e nel 1943, dopo l’armistizio e la nascita della repubblica di Salò, assistiamo al sistematico invio verso i campi di sterminio in Germania e Polonia.”
L’Italia non ha mai riconosciuto ufficialmente la persecuzione di Rom e Sinti, tanto che il Porrajmos non viene citato nella legge del 2000 che istituisce il giorno della memoria per il 27 gennaio e non viene incluso nelle celebrazioni istituzionali. “Inoltre” – sottolinea Berini – “Rom e Sinti sono le uniche due minoranze storico-linguistiche a non essere riconosciute dalla legge italiana, e diventano facilmente il capro espiatorio per occultare i veri problemi del paese e l’incapacità dei politici di far loro fronte”.
La puntata di Passpartù di questa settimana sarà dedicata a un approfondimento sul Porrajmos e all’analisi delle attuali politiche messe in campo nei confronti di queste comunità nel nostro paese.
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